Somministrazione di lavoro e contratto a tempo determinato: contiguità e differenze.
Mark Rothko, "Orange and Yellow", 1956
Pur in presenza di normative distinte, il contratto di somministrazione e quello di lavoro a tempo determinato hanno visto, per molti anni, porre in dubbio i reciproci confini, da parte di proposte interpretative volte ad influenzare la ricostruzione del primo mediante l'applicazione surrettizia di norme dettate a disciplinare il secondo.
Ciò avviene anche con riferimento alla formulazione originaria della disciplina del contratto a tempo determinato, specialmente dell'art. 1 legge 368/2001, nel tentativo di affermare la necessità, anche per il contratto di somministrazione, di una causale strutturata in un certo modo e con un certo livello di specificità.
Le recenti riforme, dal 2018 in poi, intervenute in tema di contratto di lavoro a tempo determinato, non paiono porre nel nulla il rilievo del mantenere confini ben chiari, invece, tra le due fattispecie, già solo poichè in un contesto normativo che fatica sempre più ad essere "sistema" non è dato scommettere sul permanere in vigore di una certa norma specifica rispetto ad altre.
Di recente, a definizione di un contenzioso seguito dallo Studio, si è espressa sul tema la Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, con sentenza n. 25402 depositata in data 11 novembre 2020.